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Repubblica Democratica del Congo

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Progetto “Metodologie di cura e prevenzione dell’HIV”

Durata: 36 mesi
Controparte: Ministero della Salute, Ong A.MA.M Associazione Malia Mtulizaji
Altri Enti coinvolti: Policlinico Malkià Mtulizaji
Paese: Repubblica Democratica del Congo
Località: Kinshasa

Beneficiari diretti:

  • 2 medici locali sanitari che parteciperanno a brevi corsi di formazione. I corsi si baseranno sull’avanzamento medico scientifico effettuato per la cura dei malati conclamati di AIDS. Oltre al tema centrale che è quello della “possibile” cura del malato affetto da HIV, si cercherà di educare l’equipe medica, del policlinico Malkià Mtulizaji, della notevole importanza che in questo caso gioca una corretta sensibilizzazione e prevenzione del tema HIV. Sarà compito dei medici formati del policlinico, educare gli ammalati ricoverati nell’ospedale, e coloro che si recheranno al Malkià Mtulizaji.
  • 5 infermieri sanitari che saranno promotori di azioni volte alla prevenzione e all’educazione sanitaria all’interno dell’ospedale e presso la comunità locale. I paramedici parteciperanno a diversi aggiornamenti professionali su come curare un malato affetto da HIV.
  • circa 15.000 persone coinvolte nelle azioni di educazione e prevenzione sanitaria.
  • 100 ammalati, il numero dei pazienti che attualmente sono ospitati da policlinico.
  • L’Ong locale che in sinergia coi nostri programma partecipa collaborando a tutti i livelli del progetto.


Beneficiari indiretti:

La popolazione di Kinshasa che conta 6 milioni di abitanti.

Obiettivo generale:

Creare una collaborazione continuativa e formativa con l’Ong locale per giungere ad un miglioramento del policlinico e dei suoi malati, soprattutto quelli colpiti da HIV. Per allargare successivamente le cure e le tecniche di prevenzione e sensibilizzazione a tutta la popolazione.

Obiettivo specifico:

Migliorare le capacità tecniche e operative e di erogazione dei servizi di cura e prevenzione sanitaria del policlinico di Malkià Mtulizaji di Kinshasa al fine di contribuire al miglioramento delle cure adottate verso i malati di Aids, e anche alla possibilità di limitare la diffusione dell’ HIV.

Risultati attesi:

  • formati due medici;
  • formati cinque paramedici;
  • migliorato il grado di consapevolezza della coscienza sanitaria in prevenzione della comunità adulta;
  • potenziate le capacità tecniche e operative del policlinico Malkià Mtulizaji;
  • Migliorato il grado di cura verso i malati di HIV;
  • riduzione del contagio Hiv tra la popolazione;
  • consapevolezza nel target dei beneficiari sulla causa-effetto della diffusione dell’AIDS;
  • diminuzione della trasmissione fetale da madre infetta al feto tramite la somministrazione di Neviparina.

Attività:

  • Formazione - Educazione-Sensibilizzazione
  • Sostegno a processi formativi per inserimento produttivo
  • Comunicazione sociale, attraverso arte-spettacoli ecc.
  • Monitoraggio interventi e controllo statistico
  • n.1 corso di formazione durante il primo anno. Il corso sarà tenuto da due specialisti Italiani che incontreranno i due medici Congolesi dell’ospedale di Malkià Mtulizaji Scopo del corso: dare nozioni sulla malattia, studi su come utilizzare i farmaci antivirali per la cura del malato colpito da HIV.
  • n.2 seminari di approfondimento, durante il primo anno .I seminari saranno condotti dagli specialisti espatriati rivolti non solo ai medici ma anche all’intera equipe del policlinico.
  • n.1 corso di formazione durante il primo anno, tenuto dai medici italiani espatriati con i componenti dell’Ong locale. Obbiettivo degli incontri è quello di diffondere, attraverso i partners locali dell’ong congolese, una maggiore sensibilizzazione e prevenzione verso quello che è il virus HIV, per poter così fornire il maggior numero di informazioni su un tema che per quanto grave da decimare intere popolazioni non viene in nessun modo o maniera trattato, sia a livello governativo-statale che a livello sanitario.
  • n. 24 incontri tra i medici italiani e due operatori socio- sanitari locali. Gli incontri hanno come obbiettivo principale quello di abbattere le eccessive e dannose paure dovute alla non conoscenza del virus, a credenze culturali errate che non fanno altro che aggravare la condizione di chi viene colpito dal virus, e soprattutto portano a una chiusura totale tra la popolazione, facendo si che chi si trova colpito, sia a livello personale che a quello familiare, non avverte nessun dovere a comunicare in ambito familiare la malattia, facendo si che eventuali trasmissioni avvengano con estrema facilità. Gli operatori formati avranno il delicato e importante compito di rompere, con delicatezza l’omertà che ruota intorno a questo virus, cercando di instaurare dei rapporti con i malati di AIDS del policlinico e con i loro familiari. Simultaneamente avranno il compito di avvicinare le donne infette da HIV in stato interessante all’utilizzo della Neviparina. L’obbiettivo è quello di accompagnarle in questo percorso che va dalla presa di coscienza della malattia, alla decisione di sottoporsi a Neviparina, ma soprattutto a quello di far accettare alle madri l’impossibilità di poter allattare normalmente il figli, ma di sostituire il proprio latte con quello artificiale, modalità obbligatorie se sottoposte alla profilasi della Neviparina.
  • n.1 corso di formazione, durante il secondo anno. Il corso avrà durata di due mesi, sarà condotto un specialista Italiano, e i due medici locali. Gli incontri avranno lo scopo di insegnare le cure e i metodi di cura attualmente adottati in Italia, per rallentare l’avanzamento della malattia.
  • n. 8 incontri tra l’ong congolese i medici del policlinico e lo specialista italiano. Scopo degli incontri sarà quello di rafforzare le nozioni precedentemente impartite, e rinnovare l’importanza della possibilità di cura per chi è affetto da HIV, e prima ancora la necessità di una corretta prevenzione e sensibilizzazione.
  • n 24 incontri di verifica e approfondimento tra i due operatori socio-sanitari precedentemente formati, e lo specialista italiano.
  • n.4 seminari, durante il secondo anno. Scopo dei seminari sarà quello di ampliare le conoscenze su come sia possibile curare il malato siero positivo. I seminari saranno condotti dallo specialista Italiano e l’equipe del policlinico.
  • n.2 seminari durante il terzo e ultimo anno. Ai seminari condotti da un medico Italiano, parteciperanno i due medici precedentemente formati e in seguito i due operatori socio - sanitari.
  • Ristrutturazione del laboratorio d’analisi del policlinico.
  • Acquisto di un terreno edificabile connesso al policlinico.
  • Costruzione di un padiglione annesso al policlinico.
  • Fornitura di materiale per l’effettuazione di test HIV.
  • Fornitura di medicinali per la cura dei siero positivi.
  • Fornitura di Neviparina in capsule destinata agli adulti, che Neviparina in sciroppo indicata per neonati e la prima fascia di età.
  • Fornitura di latte in polvere per le madri che si sottoporranno alla Neviparina e che dovranno rinunciare di allattare i figli. La fornitura del latte in polvere sarà assicurata ad ogni madre e al proprio figlio fino al compiere del secondo anno di vita del bambino.

 

Elementi in sintesi dell’Azione proposta:

Il progetto giunge al culmine di studi precedentemente da noi condotti sul posto, di un impegno e mobilitazione sull’ HIV-AIDS. Il nostro studio si rivolge parallelamente agli impegni di Governi, organizzazioni multilaterali, verso la possibilità di sconfiggere o quanto meno limitare l’epidemia che fino ad oggi ha infettato, secondo le stime, 36 milioni di persone e ne ha portate 22 milioni alla morte. Al Summit di Abuja, nell’aprile 2001, i leader africani hanno manifestato chiaramente il proprio impegno nella lotta contro l’AIDS, e alla Sessione speciale dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, tenutasi nel giugno dello stesso anno, il mondo si è accordato per fissare obbiettivi comuni per ridurre la diffusione dell’AIDS e per alleviarne l’impatto.

Le nostre priorità sono chiare. Primo, garantire che la popolazione di Kinshasa, sappia cosa fare per evitare l’infezione. Secondo, fermare quella che è forse la più tragica forma di trasmissione dell’HIV, da madre a figlio, con l’utilizzo della Neviparina. Terzo, garantire terapie per tutti coloro che hanno contratto l’infezione, garantendo quello che la sperimentazione medico- scientifica ha ad oggi raggiunto. Obbiettivi specifici sono caratterizzati da tre differenti approcci alla problematica della Cura e della sensibilizzazione - prevenzione: il primo è dato dalla sperimentazione di nuove forme di contatto e rapporto tra i differenti attori, sociali, pubblici, religiosi e privati, per attivare azioni coordinate e mirate alla applicazione di strategie di sviluppo. Secondo, avviare un processo di informazione, sensibilizzazione ed educazione rivolto in particolar modo a target giovanili sia urbani che rurali.

L’obbiettivo principale del progetto è quello di poter iniziare un percorso della durata di tre anni che va dalla possibilità esistente di cura per chi è stato colpito da HIV, alla formazione di personale locale, che comprende non solamente i medici del policlinico M…… e l’intera equipe ospedaliera, ma anche degli operatori socio- sanitari locali che hanno il compito preciso di allargare le nozioni acquisite. Sono previste due costruzione, di due sale auditorium, per poter ospitare la popolazione durante gli incontri, di informazione, sensibilizzazione e campagne condotti su diversi fronti.

Oltre alla costruzione, sopra citata saranno anche ristrutturate due sale già esistenti. La ristrutturazione le renderà agibili per gli incontri. Obbiettivo del progetto non è solamente dare preziose informazioni mediche, ma anche quello di munire l’ospedale degli strumenti necessari per potrei affrontare il problema. Per questo verrà rifornito il laboratorio d’analisi delle apparecchiature necessarie per effettuare i test, e soprattutto verranno consegnate 3000 scatole di un nuovo farmaco, la Neviparina, unica vera rivoluzione per bloccare la trasmissione del virus orizzontale, da madre infetta al feto.

Per questo è stato studiato un percorso adatto per quelle madri infette in attesa di un bambino. La cura richiede oltre alla somministrazione del farmaco, anche l’allattamento artificiale con latte in polvere, per questo sarà l’ospedale rifornito oltre che di provette e test HIV, anche di latte in polvere. Il progetto parte quindi con dei corsi di sensibilizzazione prima, per poi arrivare alla formazione di diverso personale, per concludersi con la cura dei malati e soprattutto delle madri infette in attesa di un figlio. Secondo i nostri studi si dovrebbe verificare una diminuzione del contagio, soprattutto una diminuzione delle nascite infette. Oltre che ad un miglioramento generala delle condizioni di salute degli abitanti della zona interessata.

Il nostro obbiettivo è anche quello, come in ogni nostra iniziativa di coinvolgere possibilmente più gente locale possibile, per poter così garantire una continuazione del progetto e del lavoro svolto, esclusivamente dalla forza e dalle potenzialità locali, per far si che siano essi soli a condurre i cambiamenti necessari per un mutamento positivo delle condizioni di vita del posto. Per questo motivo abbiamo concentrato molto del nostro interesse sulla formazione dei medici locali, dell’equipe ospedaliera, degli insegnati delle scuole, e degli operatori locali, il cui compito sarà predominante e molto importante per una buona riuscita del progetto. Per ogni anno si prevedono 2 missione di verifica in loco da parte di 2 responsabili della ONG.

 

 

 

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